Storie di migranti: la famiglia Crocamo (tra Centola e Panama)
- Antonio Crocamo nasce a Centola (SA) il 13 febbraio 1873
Nel registro degli atti di nascita del 1873, conservato nell’ufficio anagrafe del municipio di Centola, Comune all’epoca pertinente al Principato Citra del Regno d’Italia, è riportato quanto segue: “il quattordici febbraio del 1873, alle ore nove è comparso Rosario Crocamo [nato a Centola il 09 ottobre 1851, da Nicola e Agostina Cammarano. N. d. A.], di Nicola di anni ventidue, contadino, domiciliato in Centola il quale mi presenta un bambino di sesso maschile nato il giorno di ieri alle ore dieci pomeridiane dalla di lei moglie Elisabetta Ciotola di anni ventiquattro, contadina, nella casa di sua abitazione posta in via San Sebastiano al quale ha imposto il nome di Antonio; questa presentazione dichiarazione è stata fatta alla continua presenza, di Nicola Esposito, di anni cinquantaquattro e di Alfonso Esposito, di anni ventitré, domiciliati in Centola” (vedi figura 1-a).

L’estratto che certifica la nascita di Antonio Crocamo è mostrato nella figura 1-b).

Un altro figlio di Rosario ed Elisabetta, chiamato Nicola, nascerà a Centola nel 1874.
La fotografia della casa dove si suppone abitasse, all’epoca, la famiglia Crocamo, in via San Sebastiano a Centola è riprodotta nella figura 2.

- Emigrazione verso Panama
Antonio Crocamo, ventisettenne, lasciò Centola per emigrare a Panama via Stati Uniti. Partì dal porto di Napoli a bordo della nave “Hesperia” il mese di ottobre del 1900. Una fotografia di questa motonave è riportata nella figura 3. Come si evince dalla documentazione conservata negli archivi del museo dedicato all’emigrazione nell’isola di “Ellis Island”, Antonio Crocamo sbarcò a New York il 26 ottobre del 1900 (figura 4).
Il lungo viaggio, per la maggior parte degli emigranti, poveri e privi di risorse, all’epoca, era un vero calvario, aveva luogo, in terza classe, in condizioni spaventose sia dal punto di vista dell’igiene che per il trattamento alimentare. La traversata, in navi carrette, è così descritta nel riferimento [1]: <I nostri piroscafi partivano stracarichi e in condizioni pietose dal lato delle comodità e dell’igiene. Gli emigranti erano trattati a bordo nel peggiore dei modi ed erano sistemati fino al terzo e al quarto corridoio delle stive e in ciascuno a tre ordini di cuccette sovrapposte. Costretti a trascorrere le ore diurne in coperta erano esposti alle piogge, al sole, alle temperature più calde o più fredde a seconda delle latitudini in cui viaggiavano. L’alimentazione era ridotta al minimo indispensabile e su alcune navi la distribuzione dell’acqua potabile erano veri agenti trasmettitori di malattie>[1].
Antonio Crocamo si sposta nell’Istmo di Panama dove, per alcuni anni, come fabbro-ferraio, parteciperà ai lavori della costruzione del Canale.
La travagliata costruzione del Canale di Panama
I primi lavori per la costruzione del Canale navigabile, che doveva collegare l’oceano Atlantico con l’oceano Pacifico, affidati alla “Compagnie universelle du canal interocéanique de Panama”, creata da Ferdinand de Lesseps (il realizzatore del Canale di Suez, figura 5), ebbero inizio nel 1881.

Per la costruzione di quest’opera gigantesca fu necessario impegnare decine di migliaia di lavoratori che affluirono a Panama da circa quaranta differenti nazioni, tra cui l’Italia. <Dei quasi 44mila immigrati “arruolati”, al principio, un 4,4 per cento veniva dalla Penisola (Italia), il secondo gruppo europeo più numeroso dopo quello degli spagnoli, il 23,3 per cento. Il resto, in maggioranza, era delle Antille> [2].
I lavori per la costruzione del canale “Francese” furono segnati da una serie di gravissime difficoltà: incidenti sul lavoro, dovuti alle scarse norme di sicurezza; epidemie di malaria, febbri emorragiche e gialle che provocarono la morte di migliaia di operai e tecnici. Inizialmente la causa di questi morbi fu ascritta alle esalazioni nocive, tipiche di un territorio acquitrinoso, che erano respirate e con la quale erano a contatto gli operai nel corso delle loro attività. Solo in seguito si comprese che queste malattie erano dovute alle punture d’insetti pungitori quali zanzare la cui presenza era la caratteristica di ambienti paludosi. A queste pestilenze si aggiunsero gravi errori di progettazione cui fecero seguito pesanti a problemi finanziari e addirittura illeciti e falsi in bilancio che portarono al fallimento della società francese e alla sospensione dei lavori.
Nel 1903, dopo che Panama era divenuta una repubblica indipendente, gli Stati Uniti subentrarono alla “Compagnie universelle du canal interocéanique de Panama”, acquisendone le azioni e le proprietà. Gli americani, dopo avere rivisto il progetto francese e compreso che i terreni, su cui insisteva lo scavo del canale dovevano essere opportunamente bonificati contro le zanzare, ripresero i lavori che furono completati nel 1914 (figura 6). La prima nave ad attraversare il canale fu la nave gru francese Alexandre La Valley. L’opera fu ufficialmente aperta al traffico commerciale il 15 agosto 1914 [2, 3, 4, 5].

Antonio Crocamo, insieme con altri migranti italiani, reclutato dalla Compagnia cui erano stati affidati i lavori della costruzione del Canale, partecipò a questa ciclopica impresa.
Dopo circa due anni di lavoro in condizioni durissime, sfruttati e poco pagati e sempre sottoposti agli attacchi della malaria, molti lavoratori e migranti italiani tra cui Antonio, lasciarono la zona del canale.
Antonio Crocamo a Aguadulce (Panama).
Antonio si trasferì nella località panamense di Aguadulce (Provincia di Coclè), una piccola città la cui costa sull’oceano Pacifico gli ricordava Palinuro e il suo mare (figura 7).

Come si deduce dal certificato di matrimonio riprodotto in figura 8, il sei agosto del 1903, Antonio sposa Ana María Bernal, nata ad Aguadulce e di origine spagnola. Dal matrimonio nascono quattro figli: Rosario (padre di Nereyda) Ana Raquel, Alberto e Apollonia.

Nelle fotografie mostrate nelle figure 9 e 10 appaiono, rispettivamente, Antonio Crocamo con la moglie e il primo figlio Rosario (all’età di quattro anni) e Alberto Crocamo nato nel 1908.
Antonio ad Aguadulce si dedicò, con successo, al commercio di bestiame che allevava in un’importante azienda da lui fondata; non dimenticava di inviare rimesse finanziare ai suoi congiunti a Centola, che vivevano in indigenza.
Nel maggio del 1912 ritorna a Centola con tutta la sua famiglia con la nave “Prinz Sigismund”; s’imbarca il giorno ventuno. Dalla lista dei passeggeri di figura 11 si ricava che con la stessa nave ritornava in patria anche un altro centolese, Michele Gambardella, che era emigrato prima negli USA e poi si era trasferito nella repubblica panamense (figura 12).
Antonio durante la permanenza a Centola si ammala; è probabile che si fosse verificato il peggioramento di un male che già da qualche tempo si portava dietro. Vista la serietà della malattia si reca a Roma per farsi visitare da un medico-specialista che gli diagnostica una grave forma di malattia polmonare.
Dopo un anno i Crocamo ritornano a Panama nella loro casa di Aguadulce.
A causa dell’aggravamento della patologia polmonare di cui soffre, Antonio Crocamo muore il 28 novembre del 1914 (vedi i certificati di morte nelle figure 13 e 14).
Un monumento è stato eretto in onore degli Italiani che hanno contribuito allo sviluppo di Panama e alla costruzione del Canale (figura 15). Su di una targa sono incisi i nomi degli emigrati italiani tra cui c’è quello di Antonio Crocamo (figura 16).
Rosario Crocamo e famiglia
Rosario primogenito di Antonio e Ana María Bernal (n. 1908) sposa Ilse Arevalo (figura 17). Dal matrimonio nascono: Abraham (ingegnere militare), Eduardo (dottore), María (professoressa) e Nereida (psicologa) (figura 18).
Nereida, come si ricava dal certificato di nascita rilasciato a Centola, nasce a Panama il 28 novembre 1945 (figura 19).

Nereida Crocamo con la famiglia visita Centola
Nereida, molto legata alle sue origini centolesi, sente il bisogno di visitare il paese dal quale nel lontano 1900 il nonno, Antonio Crocamo, era emigrato a Panama e altresì di incontrare e conoscere i parenti del posto. Nel 2005 e nel 2019 lei intraprende, con il marito Celestino Carbonell, il figlio Eric e la nuora Lizy, due viaggi a Centola dove, accompagnata dai discendenti locali della famiglia Crocamo, in particolare di Luigi che era cugino del nonno Antonio, rivedono i luoghi e la casa dove era nato e vissuto suo nonno prima di emigrare. Fotografie che documentano luoghi visitati, parenti e personaggi incontrati, sono riprodotte nelle figure 20 – 29.
Ezio Martuscelli nel ringraziare Nereida per il materiale fornito e il contributo al presente lavoro, desidera rilevare il forte vincolo affettivo che emerge tra i discendenti della famiglia Crocamo di Centola e quelli di Panama. Egli auspica che questi legami possano mantenersi forti anche nel futuro e che possano permanere nel tempo anche tra le giovani generazioni di oggi e quelle che seguiranno.
Con il presente racconto ci si è posto anche l’obiettivo di fare conoscere da una parte i sacrifici fatti da ragazzi italiani costretti a lasciare la loro terra in cerca di un futuro che il proprio Paese gli negava e dall’altra il contributo che essi hanno dato per la costruzione e lo sviluppo delle nazioni dell’America.
Da rilevare inoltre che le loro rimesse abbiano permesso una sopravvivenza dignitosa alle loro famiglie di origine.
La pagina dell’emigrazione, specialmente quella che ha riguardato il Cilento, malgrado sia stata affrontata in moltissime pubblicazioni, è ancora da scrivere compiutamente. E’ auspicabile che il presente scritto possa fornire altri dati utili al raggiungimento di quest’obiettivo.
RIFERIMENTI
- Radogna-Ogliari-Rastelli-Spazzapan “Storia dei Trasporti Marittimi” Vol.III. http://www.marenostrumrapallo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188:navi-passeggeri
- https://www.avvenire.it/attualita/pagine/la-storia-del-canale-di-panama
- https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_di_Panama
- Scandalo di Panama, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Du Val, Miles P. (1947), < And the Mountains Will Move: The Story of the Building of the Panama Canal> https://it.qaz.wiki/wiki/History_of_the_Panama_Canal
- Daniele Mastrogiacomo, “Cent’anni dopo il Canale di Panama parla ancora italiano. Ma il raddoppio non decolla“.
EZIO MARTUSCELLI e NEREIDA CROCAMO CARBONELL
04 – NOVEMBRE – 2020