“Odontoiatria” in tempo di guerra

Era un giorno non definito ma sicuramente di un anno di guerra. Gino Martuscelli, all’epoca aveva 7-8 anni, fu colto, mentre si recava a fare una passeggiata in campagna con sua madre e i fratelli, Lilia, Laura e il piccolo Ezio (figure 1 e 2), da un fortissimo mal di denti. Era causato da un dente di latte che non permetteva al dente sottostante di uscire e occupare il posto che gli spettava. Gino per il forte dolore, lungo la strada si lamentava e piangeva.

All’altezza del monumento ai caduti e della falegnameria dei Mangia, in via Roma (figure 3 4 e 5), il gruppo dei Martuscelli incontrò Antonio Andreone, detto “Misdeo”, la cui famiglia era stata richiamata dall’Ingegnere Antonio Martuscelli, per assumere la funzione di colono del fondo “Lacci” (Antonio Andreone era nato a Castiglione in Teverina, prov. di Viterbo, nel Lazio settentrionale, o Alto Lazio, il 18 febbraio 1895).

Antonio (figura 6) viste le sofferenze del piccolo Gino non ebbe un attimo di esitazione, gli si avvicinò e gli spalancò la bocca con le mani ancora infangate per il lavoro fatto in campagna, e infilando le dita in bocca al povero ragazzo dopo avere toccato e manipolato per identificare il dente che causava il dolore, lo attanagliò tra l’indice e il pollice e con uno strattone lo estrasse.

Quindi invitò Gino a portarsi alla vicina fontana (figura 7) dove gli fece compiere degli sciacqui e, soddisfatto, dopo avere costatato che il dolore fosse scomparso, si rivolse alla mamma del ragazzo dicendole, in uno strano dialetto e con orgoglio, che “l’intervento “odontoiatrico”, in effetti, era stato molto facile ed era perfettamente riuscito”. La signora Anna dopo averlo ringraziato corse dal cognato Vincenzo Martuscelli (figura 8), medico condotto, preoccupata dal fatto che la mancanza assoluta d’igiene potesse causare una pericolosa infezione. Vincenzo, già medico di guerra, la rassicurò dicendole, ironicamente, che l’intervento, vista la particolare situazione bellica, era stato ben eseguito e pertanto poteva riprendere la passeggiata in campagna interrotta per l’incidente.

 

Il testo del racconto, con l’aggiunta di nuove foto, è estratto dal libro, “La Cuginanza di Centola (1940 – 1955)” di Ezio Martuscelli, Laura Martuscelli e Federica Martuscelli. Esso E’ stato riproposto, in parte rivisitato, su autorizzazione dell’Associazione Progetto Centola che ha edito il libro, pubblicato nel (2016).

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