Le antiche contrade di Centola – Contrada Croce

A questa Contrada si fa riferimento sia nella pubblicazione di Antonio Capano sia nel decreto prefettizio relativo al rimborso per gli espropri connessi alla costruzione della Strada Centola Palinuro che, terminata nel 1929, comportò l’abbattimento di una serie di costruzioni a ovest della “Salita della Piazza” e a est e di via S. Sofia [1, 2]. Interessanti informazioni su questa Contrada si ricavano anche dagli atti della divisione dell’eredità del proprietario terriero Giovanni Martuscelli e della moglie, Emilia D’Alessio a favore dei figli (Sofia, Adelina, Giannina, Vincenzo e Antonio) [3, 4].

Il Rione Croce comprende le abitazioni che orbitano intorno a via Santa Sofia e via Roma (chiamata prima “Croce” e poi “Talamo”) e quelle all’incirca a valle e a ovest di via Rosario che attraversando la Pergola, terminava alla fontana vecchia collegandosi con Via Talamo (vedi mappa in figura 1). Questo incrocio rappresentava il termine del Rione Croce.

Antiche vedute di Centola, da ovest, che mettono in risalto quella che era all’epoca la strutturazione della Contrada Croce, sono mostrate nelle figure 2-a) e 2-b), mentre la sua evoluzione urbanistica, negli anni, è messa in evidenza nella figura 3, la cui foto si riferisce al 2012.

Partendo dalla piazza gen. P. Imbriaco è possibile entrare nella Contrada attraverso due varchi rimasti inalterati fin da tempi molto lontani: il primo è al principio di via P. Imbriaco (figura 4); il secondo s’imbocca all’inizio di Via Roma scendendo a Sx (figure 5-a) e b). Via S. Sofia continua fino all’incrocio con via Roma all’inizio della “Salita della Piazza”, all’incirca all’altezza della casa della famiglia Di Masi (Figura 6).

La Contrada include anche la parte terminale di via Quercia (collega la piazza del Rosario con via Roma) e il caratteristico vico/via delle Rose che, iniziando da questa ultima strada, si prolunga a valle di via Rosario e quindi si immette in via Roma all’incirca all’altezza del palazzo Martuscelli (figura 7). Via Roma oggi si prolunga fino all’antica fontana. Da questo punto, la strada è denominata via Roberto Talamo. Di fatto via Roma taglia in due l’antica Contrada Croce.

Attraverso l’esame di fotografie di cortei matrimoniali e di processioni che si riferiscono alla celebrazione di festività religiose, mentre percorrono quella che è comunemente chiamata “la Salita/Discesa della Piazza”, tratto iniziale di via Roma a partire dalla piazza Imbriaco, è possibile evidenziare la configurazione urbana di parte della Contrada Croce e la sua trasformazione nel tempo. Alcune di queste fotografie sono riprodotte nelle figure 8 – 11.

In particolare la strutturazione della “Salita della Piazza”, dopo i lavori di fine anni “20, è messa in evidenza nella foto riprodotta nella figura 8 e che risale al 1931. Dall’esame di questa immagine si ricava il tracciato della nuova strada e del ponte sotto di cui furono convogliate le acque che defluivano dalla collina del centro antico e che passavano sotto via Quercia, comunemente detta la “Strettina”.

Alcuni edifici, compresi tra Via Santa Sofia e Via Roma (nella mappa in figura 1, ancora via Talamo) furono demoliti quando fu costruita la strada rotabile Centola – Palinuro, fine Anni ’20.

Via Roma si prolunga fino all’antica fontana. Da questo punto, andando verso Foria, la strada conserva la denominazione di via Roberto Talamo, attribuitale nel 1918. Fotografie antiche e recenti che riguardano la parte di via Roma compresa tra la fine della Discesa della Piazza e la fontana vecchia sono mostrate nelle figure 12 – 15. Interessanti foto anche dal punto di vista antropologico e sociologico sono riportate nelle figure 16 e 17; si riferiscono a un matrimonio e a una processione religiosa; sono state scattate, rispettivamente, all’inizio e alla fine di via Roma.

In questo rione s’incontrano interessanti palazzi ottocenteschi, a es. i palazzi Martuscelli e Gambardella (figura 18) e il pregevole Monumento ai Caduti di tutte le guerre, eretto il 24 maggio del 1924; sulla colonna di marmo bianco, reca la seguente scritta: “Ai figli che la balda giovinezza per la patria immolarono. Centola consacra. 24 maggio 1924” (figura 19).

Come già scritto la Contrada Croce, termina in corrispondenza dell’antica fontana che un tempo era l’unica fonte di approvvigionamento d’acqua per il paese [4]. Da dati della Prefettura di Salerno si ricava che la costruzione di questa fontana, insieme al cimitero, sia avvenuta tra il 1907 e il 1917 [5]. Il Direttore dei lavori era De Sanctis Dionigi mentre il progetto era a cura dell’ingegner Cavaccini [5]. Negli anni successivi la struttura della fontana ha visto vari rifacimenti tra cui quello che fu fatto tra gli anni “30-40 del secolo scorso a cura dell’ing. Antonio Martuscelli.

Le fotografie riportate nelle figure 20 – 22, mostrano come questo manufatto si sia modificato nel tempo. Oggi, dopo l’avvento dell’acquedotto che ha portato l’acqua corrente in tutte le case, esso rappresenta una testimonianza di quello che erano i costumi di una volta e ricorda il lavoro delle “Portatrici d’acqua” così come documentato dalle antiche fotografie in figure 20 – 21, che mostrano donne mentre fanno provvista d’acqua con la caratteristica “pezza” sulla testa usata per agevolare il trasporto delle “quarte”, recipienti di creta.

Tra l’“Ottocento e il “Novecento Centola si espande lungo Via Talamo in direzione dell’antico Convento di San Francesco. Nasce la nuova Contrada detta, la “Giardina” (figura 23). Dopo la seconda guerra mondiale, anni “50 – “60, il paese si espande verso ovest venendosi a costituire il nuovo Rione cui è stato attribuito il nome di “Serrone”, dal toponimo del terreno su cui è nato (fig. 24) [6].

RIFERIMENTI

  1. A. Capano,<Centola ed il suo catasto provvisorio: … >, Annali Cilentani, anno III- N.12, fasc. 14, Gennaio-Dicembre (1997).
  2. Decreto Prefettizio del 26 09 1933, a firma dell’Ufficiale Giudiziario Torquato Vitale (N. -292 – Rep.). Oggetto rimborso per esproprio.
  3. <Relazione di perizia redatta dall’ing. Giuseppe Marini per la stima … della proprietà del Sig. Giovanni Martuscelli (Centola), Salerno> (anni “30). Archivio Associazione “Progetto Centola”,
  4. E. Martuscelli, L. Martuscelli, F. Martuscelli, <La Cuginanza di Centola, 1940-1955>, Edito dall’Associazione Progetto Centola (1917).
  5. A. Savastano, <Prefettura Seconda Serie- Centola; BB. 463-469, 1864-1930, Inventario>, ASS, MIBACT, tutor Anna Sole.
  6. <Gli edifici storici del Comune di Centola>, AA. VV. curato da E. Martuscelli, edito dall’Associazione Progetto Centola, tipografia E. Albano, Napoli (2020).

TESTO DI EZIO MARTUSCELLI

Estratto, con aggiornamenti, modifiche e foto aggiunte, dal libro “Gli edifici storici del Comune di Centola“, AA. VV. curato da E. Martuscelli, edito dall’Associazione Progetto Centola, tipografia E. Albano, Napoli (2020). 20/Dicembre/2020

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