Le antiche contrade di Centola: Contrada Piazza

È costituita dall’insieme di edifici situati intorno alla “Piazza Vecchia” (dal 1918 intitolata al generale Pietro Imbriaco, già Piazza San Nicola) su cui insiste la Chiesa Madre di San Nicola di Mira. Comprende un’area a ovest della piazza Imbriaco e a sud della parte iniziale di via Imbriaco (già via del Riscatto). Fa parte di questo rione la zona abitata che include tra l’altro, i vicoli, Purgatorio, Sole, e Giardinetto. Esso si apre a nord sull’attuale via Roma e a ovest sulle strade Rosario e San Sebastiano. Prima dell’apertura della Strada rotabile Centola Palinuro (1929) questo quartiere era delimitato a sud-est dal Vallone di Malitto che scorreva a cielo aperto; ora è tombato (vedi mappa in fig. 1).

Il palazzo del “Principe Pappacoda” era parte integrante di questo rione (particella numero 162 nella mappa di fig. 1). Massimino Iannone riporta, infatti, che tra gli immobili posseduti a Centola dai Pappacoda rientrava <una casa sita nella piazza, consistente in più membri con cortile grande e cisterna in mezzo, che anticamente è stata dei baroni di detta terra di Centola> [1]. A proposito di questa casa nel riferimento [2] è scritto che il Comune di Centola, anno 1881, richiede al Prefetto la concessione di <… un mutuo di lire 5000 per l’ampliamento di una piazza e per l’acquisto di un palazzo della principessa Pescopagano (erede dei Pappacoda)>.

Inoltre è precisato che <metà del palazzo doveva essere abbattuto per l’ampliamento della piazza, mentre l’altra metà doveva essere adibita a uso della scuola> [1].

La piazza di cui sopra è quella dove si affacciava la Chiesa Madre e che oggi è intitolata al gen. Pietro Imbriaco. Inoltre la parte del palazzo rimasta in piedi, dopo l’abbattimento della metà e anche dopo successivi rimaneggiamenti effettuati intorno alla fine degli Anni ‘20 per la costruzione della strada carrozzabile Centola – Palinuro, è quella che appare nella fotografia mostrata nella figura 2.

In seguito, nel 1974, anche questa porzione del palazzo fu abbattuta per <l’allargamento delle due curve, che da sempre strozzavano la strada con grave disagio del traffico, soprattutto degli automezzi pesanti> [3].

Di fatto per ragioni di viabilità un importante pezzo della storia di Centola fu letteralmente cancellato.

Bastava che si pensasse di costruire una strada che non passasse per il centro antico di Centola (una circonvallazione). Si sarebbe così salvaguardata quella che doveva essere uno scorcio di epoca medioevale d’inestimabile valore storico e culturale. Peccato!

Un cancello di ferro battuto che doveva fare parte dell’ingresso posteriore, secondario, del complesso del palazzo feudale di Centola rappresenta un’interessante testimonianza di quest’epoca (fig. 3). F. Barra circa questo interessante reperto ha scritto:

< … si tratta di ciò che resta dell’antico castello poi palazzo feudale, in gran parte demolito per effetto dei rinnovamenti urbanistici di fine ‘800 e inizio ‘900. La lettera “A” dovrebbe stare per”Angri”, indica cioè i Doria. A ulteriore conferma, lo stemma è principesco> [comunicazione privata].

In effetti, nello stemma della famiglia Doria di Angri, mostrato nella figura 4, è presente una corona i cui elementi distintivi sono simili a quella del cancello che si trova all’inizio della Contrada Serra. Tutto ciò è in accordo con il fatto che Giovanna Pappacoda, nel 1762, aveva sposato Giovanni Carlo Doria, principe di Angri.

Queste supposizioni sono in accordo con quanto riportato nel riferimento [4]: < … la corona normale di Principe è sormontata da otto foglie di acanto o fioroni d’oro (cinque visibili) sostenute da punte o alternate da otto perle (quattro visibili)>.

A sinistra del cancello si apre una stretta strada che collegava la Serra con l’antica Via Santa Sofia parte della Contrada Croce.

Da informazioni tramandate oralmente, pertanto non suffragate da dati storici, si ricaverebbe che prima dei lavori di fine Ottocento per l’allargamento della piazza antistante alla Chiesa e della strada, il Palazzo del Principe e le case di fronte all’ingresso della struttura ecclesiastica fossero collegati attraverso un arco che sovrastava un grande portone che era chiuso di notte. Si perveniva alla Piazza Vecchia attraverso il sottopasso di Via Santa Sofia, oppure percorrendo vico Quercia e poi via Rosario fino all’incrocio con Via San Sebastiano [5, 9].

Un’idea della configurazione di Piazza generale Pietro Imbriaco, prima dei lavori del 1974 che portarono all’abbattimento di parte di Palazzo Pappacoda – Stanziola – Merola è possibile ricavarla dall’esame delle immagini di figg. 5 – 6 (anno 1954) [6, 7].

Per confronto, nella figura 7 è mostrata l’attuale sistemazione urbanistica della Piazza dopo gli ultimi lavori che hanno portato alla messa in sicurezza della Chiesa Madre (fig. 8).

Fotografie di edifici, strade e vicoli della Contrada Piazza di Centola (anno 2020) sono riprodotte nelle figure 9, 10 11 e 12 (da archivio di Ezio Martuscelli). Dalle immagini riportate nelle figure 13 e 14 è possibile riconoscere i membri di alcune delle famiglie che risiedevano in case della Contrada Croce così come la bottega di una famosa e storica sartoria di Centola [archivio Associazione Progetto Centola].

RIFERIMENTI

  1. M. Iannone, relazione al convegno,

I Pappacoda, Principi di Centola, Marchesi di Pisciotta e Baroni di Cuccaro”, (organizzato dall’Associazione “Progetto Centola” (Lunedì 05 settembre 2016, c\o il “Museo Comunale delle Testimonianze e della Memoria”, via T. Tasso, Centola).

  • A. Savastano, <Prefettura Seconda Serie- Centola; BB. 463-469, 1864-1930, Inventario>, ASS, MIBACT, tutor Anna Sole.
  • G. Cammarano, <Cento anni di vita cilentana nel diario di un prete> a cura di L. Rossi, Edizioni del CDPCC, Acciaroli, (2016).
  • <Le Corone di Principe>, http://www.portalearaldica.it.
  • <Relazione di perizia redatta dall’ing. Giuseppe Marini per la stima … della proprietà del Sig. Giovanni Martuscelli (Centola), Salerno> (anni “30). Archivio Associazione “Progetto Centola”,
  • E. Martuscelli, L. Martuscelli, F. Martuscelli, <La Cuginanza di Centola, 1940-1955>, Edito dall’Associazione Progetto Centola (1917).
  • F. Barra, <Storia di un territorio, Palinuro, Molpa, San Severino, Foria, Centola>, il Terebinto Edizioni, Avellino (2017).
  • A. Capano,<Centola ed il suo catasto provvisorio: … >, Annali Cilentani, anno III- N.12, fasc. 14, Gennaio-Dicembre (1997).

Testo di Ezio Martuscelli

Estratto, con modifiche e foto aggiunte, dal libro “<Gli edifici storici del Comune di Centola>, AA. VV. curato da E. Martuscelli, edito dall’Associazione Progetto Centola, tipografia E. Albano, Napoli (2020). 12/novembre/2020

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