Le Antiche Contrade di Centola (prima parte)

Dalla loro fondazione, fino agli anni ‘50 – 60 del secolo scorso, Centola e le sue frazioni (Foria, Palinuro, San Nicola e San Severino) si sono sviluppate in maniera ordinata e omogenea, essenzialmente, intorno ai loro nuclei di origine secondo un ben definito disegno urbanistico che lasciava in sostanza inalterata la configurazione degli antichi “Centri Storici”.

Il centro storico di Centola, con le sue antiche piazze e strade, ha conservato le caratteristiche principali, proprie di un borgo di origine medievale, anche se alcuni edifici hanno subito trasformazioni non sempre appropriate e restauri alquanto discutibili. Di fatto l’espansione del paese è avvenuta principalmente al di fuori dell’antica cintura urbana.

Antonio Capano, nell’analizzare il catasto provvisorio di Centola, riguardo all’anno 1815, rileva che il centro abitato di Centola, fosse articolato in quattro rioni/contrade: Serra; Piazza; Grangella e Croce [1]. Che Centola fosse suddivisa in “Contrade” emerge anche dal decreto prefettizio del 26 09 1933, a firma dell’Ufficiale Giudiziario Torquato Vitale, in base al quale si provvede al rimborso ad alcuni cittadini per l’esproprio di proprietà subito in occasione della costruzione della “strada di allacciamento della frazione di Palinuro al Capoluogo” [2]. Una “Via Croce” è menzionata quale residenza del sig. Francesco Fusco, dove in data 06 novembre 1910 alla presenza del notaio Ferdinando De Luca è redatto un testamento pubblico [3]. In un altro atto testamentario sempre a cura del notaio Ferdinando De Luca è riportato che il tutto avvenne nella casa di Domenico Stanziola in “Contrada Piazza” [4]. Nell’avviso di accertamento di valore del Ministero delle finanze, relativo al 1958, si cita una casa in Centola alla “Via Grancella” che era stata di proprietà del deceduto Nicola D’Angelo [5].

L’espansione di Centola avviene attraverso la nascita graduale di agglomerati urbani che per le loro specificità si possono identificare in ben distinti quartieri che nel corso dei secoli vanno a formare delle Contrade o Rioni che si caratterizzano per una loro particolare strutturazione urbanistica e antropologica [6] (figure 1 e 2).

RIFERIMENTI

  1. A. Capano,<Centola ed il suo catasto provvisorio: … >, Annali Cilentani, anno III- N.12, fasc. 14, Gennaio-Dicembre (1997).
  2. Decreto Prefettizio del 26 09 1933, a firma dell’Ufficiale Giudiziario Torquato Vitale (N. -292 – Rep.). Oggetto rimborso per esproprio.
  3. Atto del notaio Ferdinando De Luca per testamento pubblico. Registrato a Pisciotta, il 1° maggio 1911. N° 327, Mod. I, Vol. 50.
  4. Atto del notaio Ferdinando De Luca per testamento pubblico. Diciannove ottobre 1919, registrato presso l’archivio Notarile di Salerno. Repertorio Notarile 149.
  5. Avviso di Accertamento di valore del Ministero delle Finanze, relativo al 04 aprile 1958, Ministero delle Finanze. Uff. Reg. di Salerno Pisciotta.
  6.  G. Cammarano, <Storia di Centola>, Vol. I, Centro Promozione Culturale Cilento, Acciaroli (SA) (1994).

Testo estratto in parte dal libro “Gli Edifici storici del Comune di Centola; Storia, Arte, Aneddoti e Leggende” – AA. Vari, a cura di Ezio Martuscelli, Edito dall’Associazione Progetto Centola, tipografia Vincenzo Albano, Napoli (2020).

In successivi scritti saranno descritte in dettaglio le singole Contrade di Centola.

Ezio Martuscelli, 16/ottobre 2020

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