Articolo sulla presentazione del libro “Storia di un territorio”

Tre relatori felici di presentare un libro sì impegnativo ma ricco di stimoli e di spunti ed ormai riferimento essenziale per la storia del Cilento meridionale. Parliamo di “Storia di un territorio” del Prof. F. Barra. Un libro già presentato a Centola e a Sanseverino lo scorso giugno, e ora a Palinuro : giuste opportunità date alle varie frazioni del Comune la cui storia plurisecolare è trattata in questa opera con documentata definizione.

Un libro le cui tematiche essenziali, ancora stasera, sono state : la natura della meravigliosa terra del Cilento : una terra povera o ricca? La centralità secolare e poi il declino della Molpa, il Feudalesimo rapace, le traversie anche ecclesiali (l’Abbazia di S. Maria e le parrocchie del territoro), l’eredità basiliana e via dicendo. Una analisi storica del Territorio dalle glaciazioni al primo Ottocento di Giuseppe Bonaparte.

I Relatori, diversi per formazione e personalità, hanno illustrato le tematiche principali del libro secondo il loro approccio e la loro sensibilità, dando una visione “Palinurocentrica” agli eventi descritti, un’ottica forse inevitabile per un evento ospitato stasera presso la Casa Canadese a Palinuro (forse un tempo proprio il Palazzo dei Principi Pappacoda, secondo la suggestiva ma solida ipotesi del Prof. Barra).

La Serata

Il Presidente dell’ Associazione Progetto Centola, Ezio Martuscelli, ha sottolineato la natura rigorosamente storica dell’opera presentata, che affronta in maniera globale e puntuale la storia di questo territorio. Opera la cui rilevanza spiega questa terza presentazione nell’area del Comune di Centola.

A sua volta, il Sindaco Carmelo Stanziola ha sottolineato con maggior enfasi di sempre il valore della Cultura per il rilancio di un territorio a vocazione turistica, aldilà delle più note attrattive paesaggistiche (gli appeal). Il Sindaco ha illustrato le iniziative già finanziate e quelle in itinere, per la valorizzazione articolata delle attrattive di tutte le frazioni del Comune, in aggiunta a ruolo trainante e indiscutibile di Palinuro : il Piano strategico per il turismo che punta a valorizzare il centro storico di Centola, S. Nicola balcone sul mare, Sanseverino (verso un museo naturale), Foria “città del vino”. E gli interventi sul Porto di Palinuro (che sperabilmente non ne alterino l’equilibrio rarissimo), sul prezioso Arco Naturale e via dicendo.

I Relatori

Maria Luisa Amendola, Insegnante e narratrice, profondamente e dichiaratamente palinurese, si è detta onorata di presentare un libro che dà spessore storico-scientifico al passato di questo territorio amato, argomento che è tra le passioni della sua vita, come ha confessato con il candore che le appartiene. Una presentazione dal taglio divulgativo e accessibile, frutto della sua formazione professionale e della sua metodologia. L’excursus storico scelto da Maria Luisa Amendola per illustrare sinteticamente il libro ne ha seguito la progressione e i rilevanti eventi palinuresi, dalla eredità greca, al ruolo della Molpa e alle ipotesi storiche sulla natura di Molpa e Palinuro come unica entità o duplice, alla nascita e allo sviluppo della Palinuro “moderna”. Ha ripercorso i miti e le leggende di questa terra “fortunata e sfortunata insieme”. Non si è sottratta ad incursioni nel presente, ad esempio nel ricordare le traversie secolari della Parrocchia di Palinuro che durano ancora oggi. L’ammissione che la lettura di questo libro abbia acceso la sua fantasia, facendole immaginare la visione del mare per i popoli dell’interno e viceversa, fornisce una chiave aggiuntiva ad un testo di rigorosa ricerca storico-scientifica. Un valore aggiunto.

Anche il secondo Relatore, Massimino Iannone, di formazione scientifica ma storico amatoriale e autore si un recente libro di storia sui Principi Pappacoda e il Feudo di Pisciotta, ha espresso entusiasmo per il libro. Un libro che offre una cornice storico-geografica più ampia al suo mondo di riferimento e  ai suoi interessi storici. Un’opera imprescindibile per questo territorio. Nel ripercorrere le parti salienti del libro, Iannone ne ha sottolineato l’attenzione alla realtà sociale, alle fasi feudali, agli aspetti religiosi. Ha concordato sul ruolo stimolante anche per l’immaginazione. Nel considerare questo territorio “fortunato” (due fiumi, fertilità dell’area della Molpa, e via dicendo) Iannone ha auspicato che gli archeologi proseguano nel loro lavoro verso ulteriori scoperte in questa area.  Irresistibile anche per lui citare la suggestione Omero- Molpa- Sirene. La sua “illustrazione” del libro è proseguita – in un’ottica centrata su Molpa e Palinuro – attraverso le incursioni barbariche, lo sviluppo di Palinuro, i conflitti feudali, rinnovando, in conclusione, l’apprezzamento anche della ricchezza dei dati numerici presenti nel libro di F. Barra.

Il terzo e ultimo Relatore, il Preside Ferdinando De Luca, ha generosamente evitato di ripercorrere le tematiche presentate da chi lo ha preceduto, dando al suo intervento il taglio di una dolente, affettuosa ma lucida analisi delle criticità storiche di questo territorio. Un territorio “nè ricco nè fertile, povero e non adatto ai cereali e nemmeno agli ulivi”, dove i remotissimi fenomeni di insabbiamento citati nel libro hanno un contraltare nei fenomeni di erosione attuali.  Un territorio, ha continuato De Luca, dove solo l’opera dei basiliani (il baco, il vino) e dei contadini ha reso possibili le coltivazioni. E che, dopo l’epoca della Magna Grecia è stato sempre quasi disabitato, con piccoli paesi nei quali   ancora oggi – ha aggiunto collocandosi oltre l’orizzonte temporale del libro di Barra – dopo una fase incoraggiante negli anni ’60-’70, è ripreso il fenomeno della emigrazione e dello spopolamento dei borghi, con la parziale eccezione dei centri rivieraschi. Vivendo quella “modernizzazione senza sviluppo” che è in un certo senso l’ epitaffio del libro stesso su queste terre.          De Luca ha definito il libro di F. Barra opera storica sul territorio, apprezzandone la trattazione scientifica e seria, mai enfatica, concedendosi una parentesi sulla nascita di (Villa) S. Nicola e delle sue affinità con Centola (stesso santo parrocchiale e dialetti molto simili) ma anche con tipicità solo locali. De Luca ha sottolineato come il Feudalesimo rapace ed interminabile, e il suo frazionamento, siano la radice storica dei problemi annosi (secolari) del Cilento e del Sud in genere ed ha concluso indicando nella qualificazione culturale del turismo uno strumento di –auspicato- progresso.

Ha concluso la presentazione del libro il suo Autore. Il Prof. Barra ha confessato di essersi confrontato con un lavoro impegnativo di “ricostruzione di un puzzle impazzito”, seguendo una tecnica storiografica di scuola francese, non basata dunque su criteri cronologici tradizionali, in un incrocio dialettico con fonti medievali e moderne che gettano luce sulla antichità classica. Barra ha ripercorso brevemente la tematica di Molpa “area a popolamento diffuso”, degli sviluppi storici del lato orientale di Palinuro e poi di quello occidentale e attuale. Ha lamentatao l’assenza di scavi definitivi, senza sottrarsi alla suggestione omerica – sirene – “grotta delle ossa”, ricordando l’importanza cruciale della Mappa aragonese (posta giustamente in copertina), della ricostruzione storica delle due isolette a occidente di Capo Palinuro, legate alla ninfa Galena. Barra ha definito avvincente la storia della Abbazia di S. Maria, ricordando il ruolo dei basiliani nel rilevarne l’onere dopo la fase benedettina ed ha voluto esprimere la sua posizione sul tema della povertà di queste terre, ovviamente riconoscendola, fatta salva la lunga fase in cui – detto con parole poetiche – “il Mediterraneo fu nel cuore della Storia”. Infine, indicando attorno a sè la Casa Canadese che ospitava il Convegno – per lui, come si è detto in apertura, l’ex Palazzo Pappacoda – ha proposto di ripristinarne il nome storico, visto il ruolo che nel bene e nel male ebbe il Feudalesimo fino al’400, divenuto poi di rapina nel ‘500 spagnolo. Suggestione stimolante.

Due interventi dal pubblico hanno concluso la serata, che meritava una partecipazione più consistente, dando spunti di possibili sviluppi.

Marida Muscetta, archeologa e storica del paesaggio, attiva a Palinuro per lunghi periodi durante l’anno, ha espresso apprezzamento per il taglio archeologico del testo e per la cura degli eponimi come marcatori territoriali (ad es. Molpes pre-greca a fronte di Lambro, termine greco). Muscetta ha anche evidenziato il ruolo dei Simboli, ad es. il cinghiale raffigurato sulla celebre moneta “palinuro-molpese” che richiama la vocazione agro-silvo-pastorale, in modo leggibile, e poi il culto terragno di Demetra e così via. Un intervento che  mostra la ricchezza di tematiche affrontate dal libro e allo stesso tempo – come si diceva sopra – offre spunti di approfondimento.

Lo scrivente, nel ribadire la centralità del libro per questa area e non solo, ha suggerito – in una auspicabile seconda edizione – di arricchirlo con mappe tematiche e tavole cronologiche sinottiche che evidenzino in modo sintetico la diffusione territoriale e cronologica di tutte le dominazioni e le influenze religiose approfondite nel libro, che hanno interessato il Cilento meridionale dall’età pre-greca a Bonaparte. Per dare al libro una natura più divulgativa e, senza nulla togliere al suo rigore scientifico, raggiungere anche i non specialisti.

In chiusura il Sindaco, riferendosi al ruolo della costante religiosa evidenziata nel libro, ha informato sul Protocollo di messa in rete dei percorsi storico-culturali, il “Percorso del Silenzio”, tra monasteri e abbazie di questa parte del mondo. 

Andrea Luise

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