Le rondini (Ferdinando De Luca)

“Ci sarebbe tanto, tanto da dire sul coronavirus: la fase 1, la fase 2, il MES, e/o il Recovery fund, eccetera, eccetera…, ma voglio concedermi una pausa, sennò “mme rincoglionisco”…E, allora, come non parlare delle rondini, mentre “Messer” Aprile impazza e ci fa l’occhiolino da tutte le parti? Le rondini: le rivedo sotto le gronde di casa mia a San Mauro a cercare i vecchi nidi abbandonati a settembre o a fabbricarne di nuovi; e riascolto i loro garriti mattutini, piacevole risveglio mentre la primavera vestiva a festa la natura. E, ricordando “fellinianamente” il tutto, ho buttato giù questa poesiola…”

Ferdinando De Luca

  

Le rondini.

 

Scorazzando felici nell’azzurro

ebbre di vento e di sole

sembrano folleggiare

inneggiando alla libertà

le garrule rondini

quando piombano improvvise

sui nostri ozi invernali

e sollevano le nebbie oppiacee

della natura dormiente.

Volteggian lassù in alto

e sembrano errare senza meta

paghe dei loro striduli garriti

nomadi per le vie del cielo

navigatrici impavide dell’etere;

ma d’improvviso guizzano sicure:

memori dell’eterno lor ritorno,

ricercan speranzose i loro nidi

sotto le gronde o fra i rami del bosco;

e, di nuovo, garriscono festanti

facendo tutt’intorno mille giri,

elevando un peana di vittoria.

Ulissidi del cielo han ritrovato

come ieri, come oggi, come sempre

l’Itaca agognata e ricercata.

Rondini pellegrine, mitiche viandanti

Sul sentiero verso l’ignoto

attraverso i deserti del dubbio e del mistero

alla ricerca del favoloso nido

dell’edenica beatitudine.

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