Presentazione del libro “Del Cilento e del suo Genius Loci” di Pasquale Martucci
Sabato 22 aprile 2023, on line alle ore 17.00, l’Associazione storico – culturale “Progetto Centola” e il Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” hanno presentato il volume “DEL CILENTO E DEL SUO GENIUS LOCI. Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento”, di Pasquale Martucci
L’evento è stato moderato dal prof. Angelo Paolo Perriello, esperto di cooperazione territoriale e internazionale. Docente di lingua e letteratura inglese, gli è stato conferito il prestigioso premio Label Europeo 2003 a Roma per progetti innovativi nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue. Il prof. Perriello ha coordinato il progetto del programma Communitas denominato Scuola di Alta Formazione per la Pubblica Amministrazione – Accademia Internazionale di Scienze Diplomatiche – utilizzando un ufficio estero per le relazioni bilaterali e multilaterali con i Paesi del Mediterraneo e del Mondo, consentendo di stipulare importanti accordi di cooperazione internazionali tra enti pubblici e privati. È promotore di attività indirizzate a stimolare le relazioni incoraggiando la soluzione delle scelte con atti di cooperazione.
Dopo puntuali precisazioni preliminari sul libro di Pasquale Martucci, il prof. Perriello ha dato inizio ai lavori assembleari introducendo il primo relatore, prof.ssa Antonella Casaburi.
Scrittrice e docente di italiano e latino, la prof.ssa Antonella Casaburi svolge una ricca attività giornalistica valorizzando il territorio e le sue risorse. Il suo romanzo “Mirari” ha ricevuto importanti riconoscimenti ed è stato numerose volte recensito su riviste nazionali. È appassionata del suo territorio, soprattutto per la creazione dei legami intersoggettivi sul territorio, come si evidenzia in tutto il suo romanzo.
Dopo aver ringraziato il moderatore prof Perriello, il Presidente dell’Associazione storico – culturale “Progetto Centola” e del Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura” prof. Ezio Martuscelli, l’autore, i relatori e i convenuti, la prof.ssa Casaburi ha fatto riferimento a una significativa frase del libro, che aveva precedentemente citato in una videointervista fatta all’autore in occasione dell’uscita del volume. ‘Occorre considerare l’immaginario sociale, il Genius Loci, di cui si riferisce nel titolo, lo spirito, l’anima, l’atmosfera che si respira, ma anche i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio ’. Di questo saggio, che la prof.ssa Casaburi ha definito “un romanzo di vita”, “un libro che ti accompagna”, ha “apprezzato l’organizzazione del discorso critico. Martucci ha utilizzato una forma e un linguaggio in grado di trasmettere in maniera chiara e limpida i concetti.” Il volume, “dall’originalità critica, per la capacità di offrire una prospettiva nuova sugli argomenti trattati”, “riorganizza le nozioni sul Cilento, integrandole e attualizzandole, perché questo volume spiega in maniera accurata il passato, fa comprendere il presente ma è proiettato al futuro di questo territorio”. “Sono rimasta colpita dalla struttura di questo testo”, prosegue.
Con attente sottolineature, la prof.ssa Casaburi ne analizza e illustra le varie parti: l’introduzione, le tre parti che si articolano ciascuna in quattro capitoli, in un’ordinata e chiara struttura del testo, la conclusione. “Lo studio epistemologico dell’autore non è esclusivamente storico, ma pone attenzione alle implicazioni sociali e culturali attraverso un approccio legato alle varie scienze: alla filosofia, alla sociologia, all’antropologia. La prima parte analizza il passato: dal megalitismo a Paestum e Velia, dalla vita sulla costa ai monaci basiliani. La seconda parte parla dei miti, della quotidianità, della ritualità, dellala socialità delle ‘cente’ e delle processioni, dell’uccisione del maiale e di tutti quei rito che costituiscono la cilentanità. La terza parte indaga la comunità, che tiene unite le persone, e in prospettiva futura guarda a possibili sviluppi come quello, significativo, di Vatolla”. Le conclusioni hanno per argomento i soggetti: “i soggetti sono i giovani a cui è affidato il futuro del Cilento”, chiarisce la Casaburi. “Per come è strutturato, questo volume può e deve essere proposto nelle scuole; “questo libro è un saggio erudito scritto con una penna fluida e limpida, che fa immergere il lettore nel passato del Cilento, ne tratteggia il presente, ne mostra le risorse e la possibile ulteriore fruizione, spingendo a riflessioni sui possibili sviluppi”. “Un libro scritto con la sensibilità di un sociologo che è anche un cultore della materia, un libro che consente a tutti di farsi leggere perché permette al lettore di scegliere il proprio percorso di lettura. Questo è un saggio innovativo per il cultore della materia, è un saggio divulgativo per chi ha poche o assai poche conoscenze del territorio e diventa una sorta di guida evoluta del Cilento per chi voglia scoprirlo.” La proposta finale lanciata dalla professoressa Casaburi consiste nel proporre questo volume, oltre che ai cultori della materia, ai visitatori che intendano scoprire il Cilento, e di inserirlo fra i testi scolastici del territorio.
Il moderatore prof. Perriello, ricollegandosi alla digressione storica e culturale fatta dalla Casaburi, si sofferma ad analizzare un luogo significativo del Cilento, il Palazzo Vargas di Vatolla, “il luogo dove è vissuto per molti anni Giambattista Vico, autore della Scienza Nuova”. E richiamando la “conoscenza intuitiva” di Vico, pone la riflessione sul discorso della conoscenza.
Il moderatore introduce il prof. Antonio Di Rienzo, studioso della cultura e delle tradizioni cilentane. Le sue pubblicazioni sono numerose. Studioso profondo del Cilento, per decenni ha lavorato sul campo, ha intervistato gli abitanti del Cilento, ha percorso il territorio e ha scritto libri anche insieme a Pasquale Martucci. Vive nel Cilento e possiede tutta la passione del cilentano per la sua terra, oltre ad avere la competenza fornitagli da quarant’anni di studi e ricerche.
Dopo i saluti all’autore, al prof. Martuscelli, ai relatori e a quanti si interessano del Cilento, il prof. Di Rienzo inizia il suo intervento con riflessioni sul Cilento e su quanto lo lega all’autore di questo saggio. “Abbiamo girato assieme all’autore in lungo e in largo in questo territorio. Quello che ci spingeva era il desiderio di conoscenza”; “Abbiamo parlato, discusso e scritto di identità di questo territorio, di cilentanità, di feste”. Il prof. Di Rienzo, che conosceva il desiderio dell’autore di continuare le ricerche, definisce il saggio “un lavoro originale e accattivante”. “Il libro è entrato nella mia libreria, fornita della maggior parte dei libri del Cilento, e ha scalato la vetta, è entrato al primo posto. L’ho letto, l’ho riletto, ne ho tracciato i punti salienti … ed alla fine mi sono accorto che la quasi totalità del saggio era stata evidenziata”. Il prof. Di Rienzo si sofferma sul titolo, accattivante, sul Genius Loci del titolo, sullo spirito del luogo, su dove si possa trovare. Martucci “è andato alla ricerca della storia, ai luoghi, alle storie di vita quotidiane, alle credenza della cultura contadina, all’idea e concezione del mondo del popolo”.
E parlando di visione, della necessità dell’artista e dello scrittore di essere visionario, ma secondo una regola, il prof. Di Rienzo fa riflettere sul “genio”, sui luoghi sul territorio: sul Cilento, che magistralmente il professore sa narrare. “Siamo uniti da questo sentimento antico: l’amore per il Cilento”. Ed è questo amore che spinge l’autore a percorrere da decenni il Cilento “alla ricerca del Genius Loci”. “Dov’ è, cos’è il Genius Loci?”. Il prof. Di Rienzo spiega come la risposta cambi per ciascuno di noi. Parlando dell’autore dice: “Lo vediamo coinvolto nella ricerca, interroga la bellezza naturale del paesaggio, interroga le bellezze storiche dei luoghi, studia le manifestazioni più autentiche…incastonandoli negli studi più recenti indossa i panni dell’osservatore partecipante unendo ambiti legati a diverse discipline”. Il prof. Di Rienzo parla dei primi studi su questo territorio, a partire dai primi anni del ‘600, evidenziando poi l’excursus che l’autore fa nel libro per definire il territorio denominato Cilento. “L’autore lavora per dare un’identità a questo territorio … un groviglio di chiese, castelli, palazzi che formano il nostro paesaggio della mente”.
Riprendendo la parola, il moderatore prof. Perriello pone l’attenzione sulla profonda ed aggregante lettura del Cilento in termini di paesaggio offerta dal prof. Di Rienzo, prima di introdurre il nuovo relatore, dott.sa Bianca Fasano.
La dott.ssa Bianca Fasano è giornalista, scrittrice e sociologa. È stata direttrice del ‘Mezzogiorno Culturale’, ha scritto numerosi articoli per giornali importanti e ha pubblicato numerosi volumi. È Presidente e fondatrice dell’Accademia dei Parmenidei.
La dott.ssa Fasano si sofferma sulla copertina “bellissima”, “calda”. “È un tramonto del Cilento”, caldo come “il vissuto che c’è dentro”. Sottolineando i 35 anni di lavoro sul campo dell’autore, la Fasano evidenzia come il trasporto dell’autore nei confronti della sua terra emerga dalla lettura del saggio. “Il libro di un autore che ci ha preso per mano e ci ha accompagnato”, “per strati, dal passato al presente con una speranza di futuro”. “Martucci è riuscito a coniugare il passato storico fatto di culture differenti, approcci religiosi che fondono la dottrina della Chiesa alle espressioni intime della religiosità popolare con le possibilità di uno sviluppo che è tutto da realizzarsi”. La dott.ssa Fasano sottolinea l’importanza di trattenere i giovani nel territorio facendo riferimento alla fuga dei cervelli. Approfondisce tematiche rilevanti inerenti alla storia del Cilento, facendo riferimento anche alla “Preta ‘ru mulacchio”, ricollegandosi così ai lavori del dottor Leuzzi. Evidenzia la presenza nel passato dei monaci italo- greci ricordandone la fondamentale importanza per il territorio cilentano, così come aveva precedentemente fatto nel suo intervento la prof.ssa Casaburi; la Fasano valorizza inoltre, del libro di Martucci, i riti di passaggio e le situazioni che rimandano all’antropologia del dono. “Quella di Martucci è un’opera complessa”, conclude, che si basa su una nutrita bibliografia realizzata dopo anni di ricerche e di lavoro sul campo. La dott.ssa Fasano conclude il suo intervento evidenziando come questo volume “ sia un ottimo strumento di lavoro per quanti vogliono comprendere il Cilento”.
Il moderatore, prof. Perriello, riprende la parola definendo il volume “un testo eclettico che traduce e trasporta in molte realtà del posto a cui siamo legati e a cui ci sentiamo di appartenere”, evidenziando come il termine ‘communitas’ riporti alla ‘relazione’, e richiamando l’origine latina del termine fa riferimento al dono, tematica affrontata dall’intervento della dott.ssa Fasano, e introduce il relatore dottor Luigi.
Il dottor Leuzzi, antropologo, studioso di mito-antropologia e psichiatra, ha prodotto numerose pubblicazioni divenute punto di riferimento per chi si interessa di tematiche legate al territorio. È esperto di megalitismo nel Cilento e nella Lucania Occidentale.
Dopo i saluti, il dottor Leuzzi affronta le caratteristiche della cilentanità, facendo riferimento all’identità evolutiva, tema che il relatore condivide con l’autore del volume. “La definizione di cilentanità non può prescindere da un senso di appartenenza; è un valore collettivo, un sistema di regole e pratiche di vita, attiene alla cultura materiale … parlare di cilentanità significa non prescindere dai temi della solidarietà” chiarisce il dottor Leuzzi. Osserva come “un punto di criticità che sottolinea Pasquale Martucci è quella della subalternità al potere, che è un atteggiamento remissivo dei cilentani”; l’autore, cogliendo questo aspetto, esorta a “passare a una posizione di soggetti attivi”,“muovendosi fra la tradizione e il cambiamento”. Perché ciò avvenga, chiarisce il dottor Leuzzi, “è necessario assumere una posizione anche critica”. Richiamando anche i contributi del prof. Di Rienzo, che molto ha fatto per il territorio insieme all’autore del volume, il dottor Leuzzi fa un’attenta analisi: “la complessità che caratterizza il contributo di Pasquale Martucci è quella di attraversare le varie categorie antropologiche e sociologiche che attengono al noi condiviso. Non esiste cilentanità se non c’è communitas”. Il relatore osserva come, introducendo il tema del Genius Loci, l’autore proponga “l’approfondimento di quella che è una vocazione antropica”. Approfondisce il tema della restanza, evidenziando come il Cilento sia cambiato, e invita a “percorrere una strada che consenta di pervenire a una identità evolutiva”. La cilentanità era un tempo legata alla realtà rurale, evidenzia, ponendo interrogativi e riflessioni sul “Cilento che resta”. In Martucci il relatore non avverte soltanto la nostalgia, perché Martucci, dice, “propone di modificare i nostri atteggiamenti. Per comprendere la cilentanità bisogna svestirsi dai ricordi del passato e renderli attuali”. E Martucci lo fa in un “percorso di indagine che è sempre continua”. Il dottor Leuzzi si sofferma poi approfonditamente sugli aspetti emozionali- empatici dell’autore e conclude il suo intervento richiamando il Genius Loci di cui si parla nel volume caldeggiando, per il futuro del Cilento, il necessario“dialogo tra l’interno e la costa”.
Il moderatore prof. Perriello, richiamando l’esortazione del dottor Leuzzi alla “conoscenza attiva”, esorta quei “soggetti attivi” di cui Leuzzi parlava ad operare all’interno di uno scenario euromediterraneo. Introduce quindi l’ultimo relatore, il professor Ezio Martuscelli.
Il prof. Ezio Martuscelli è il Presidente dell’Associazione storico – culturale “Progetto Centola” e del Gruppo “Mingardo/Lambro/Cultura”. Il prof. Ezio Martuscelli è stato direttore dell’Istituto di Ricerca e Tecnologia delle materie plastiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche. È stato docente presso l’Università Federico II e del Suor Orsola Benincasa di Napoli ed è autore di numerose pubblicazioni nel campo scientifico e nel campo storico.
Ezio Martuscelli, cultore di sociologia e storia, inizia il suo intervento dichiarando di aver molto apprezzato il volume di Pasquale Martucci, e lo invita a “continuare gli studi”, auspicando in tal modo un avanzamento delle ricerche intraprese. Si sofferma sull’importante contributo che l’autore ha offerto sulla conoscenza dei monaci basiliani, sull’importanza che hanno avuto le loro cittadelle ascetiche per lo sviluppo del Cilento e dei territori vicini. Quello dato dai monaci basiliani e da tutto il monachesimo è un impulso che merita di essere attenzionato per lo sviluppo che hanno contribuito a dare ai borghi del Cilento. “I borghi sono il Genius Loci del Cilento”. “Se togliamo i borghi dell’interno del Cilento togliamo la storia di tutto il Cilento”: Martuscelli evidenzia l’importanza dei borghi per l’esistenza stessa del Cilento. Approfondisce il discorso della specificità, ricollegandosi poi al Cilento. Enumerando le più importanti fiere, osserva come “siano di fatto scomparse, così come altre caratteristiche fondamentali del Cilento”. Apprezzando l’attenzione che l’autore ha avuto nell’ enumerare fiere ed eventi, feste religiose come la vendemmia, e “feste corali” come la mietitura, osserva come “questa identità, queste caratteristiche del Cilento sono scomparse”. E auspica uno studio sugli eventi residuali, uno studio che sia dinamico, per “quantificare la variazione nel tempo di questi eventi”, e conclude il suo intervento rivolgendo all’autore l’invito a portare avanti l’intenso lavoro di ricerca.
Il moderatore prof. Perriello, dopo aver dato spazio a significativi interventi da parte degli ascoltatori, introduce l’autore del volume, il dott. Pasquale Martucci.
Pasquale Martucci, sociologo, da anni svolge ricerche nell’area del Cilento, indagando gli elementi caratterizzanti la cultura popolare, le comunità, le feste, attraverso l’utilizzo di strumenti metodologici, indirizzati essenzialmente alla “ricerca qualitativa”, legati alla tradizione sociologica ed antropologica.
Pasquale Martucci si occupa di analisi, studi e confronti, stimolando un dibattito epistemologico sui soggetti che agiscono all’interno delle società di appartenenza. Tra le pubblicazioni principali sul Cilento: Identità cilentana e cultura popolare; Il sacro e il profano; Società, comunità e nuove generazioni; Re frasche re Santu Liu; Le comunità cilentane del novecento; Cilentanità. “DEL CILENTO E DEL SUO GENIUS LOCI. Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento”, edito da SUSIL edizioni, è l’ultima pubblicazione di Pasquale Martucci.
L’autore dott. Pasquale Martucci, ringraziando i relatori e i partecipanti, richiama l’excursus attento di Antonio Di Rienzo e del loro comune percorso di studio e di ricerca sul territorio. Parla del Genius Loci declinato al femminile da Leuzzi e della “Petra ‘ru mulacchio” studiata da Leuzzi, “in cui c’è qualcosa di sconosciuto che è il Genius Loci”, riferendo dell’importanza assunta dal ruolo delle donne nella nascita dei primi abitati stabili: “Genius Loci al femminile che crea le nostre comunità”. Con esempi mirati, esamina la funzione importantissima assunta dal raccolto e parla delle fiere, “che sono già l’inizio”, dichiara l’autore “di quella che potremmo chiamare, con Luigi Leuzzi, identità evolutiva”. L’identità evolutiva si intreccia al concetto di progresso, spiega. Martucci, dopo aver intervistato per decenni i cilentani chiedendo loro: ‘Cos’è la cilentanità?’, riflette sulla persistenza dell’aiuto reciproco e dell’’ospitalità. “Appartenenza alla comunità-paese”, “legami familiari e di vicinato” sono persistenti nella cilentanità, in uno stretto legame tra cilentanità e comunità. Affronta l’importanza assunta nel passato dalle feste religiose, caratterizzata da una precisa ritualità, che si differenziano da quelle non religiose, caratterizzate invece da connotazioni prevalentemente storiche. Lo studio del dottor Martucci procede in una prospettiva evolutiva: ricordando l’emblematico esempio della sagra della cipolla richiamata dalla prof.ssa Casaburi, che si svolge in concomitanza con gli eventi di Palazzo Vargas, l’autore del volume offre un esempio concreto “di come questo territorio possa essere fruito”. “Le persone devono essere protagoniste: devono avere quella capacità soggettiva e attiva di essere partecipi”, conclude Pasquale Martucci.
Antonella Casaburi