Centola (SA), il seicentesco convento di San Francesco: lo stradone d’accesso e il piazzale antistante

Il Convento di San Francesco, in località “Serrone”, voluto dai Padri Cappuccini, fu inaugurato nel 1625 (figure 1, 2 e 3.

L’edificio conventuale e l’area circostante si caratterizzavano per la presenza di un insieme d’interessanti elementi, alcuni dei quali sono qui di seguito ricordati, mettendone in risalto, altresì, le trasformazioni che hanno subito nel tempo.

A) Un Acquedotto, in parte sopra elevato e in muratura (indicato con freccia blu in figura 1) che dalla sorgente di San Leonardo convogliava l’acqua a una fontana con abbeveratoio, in fabbrica, posta all’estremità nord del piazzale antistante al convento. La presenza di questa struttura è documentata attraverso la fotografia riprodotta nella figura 4-a. Da questa fontana l’acqua defluiva, attraverso un condotto sotterraneo, verso una “cebbia” (antica vasca per irrigazione, vedi figura 3) collocata negli gli orti dei padri Cappuccini a un livello inferiore rispetto al piano del piazzale. Poi questa struttura è stata abbattuta. A seguito di ciò, oggi l’acqua dal canale arriva in una conca non strutturata (figure 4-b e 4-c) per poi confluire nei terreni a valle. Anche della “cebbia” restano solo dei miseri resti. Inoltre c’è da rilevare come la conduttura che porta l’acqua da S. Leonardo è fatta da tubi di plastica interrati. In definitiva l’antico acquedotto realizzato nel “Seicento, in fabbrica, è stato sostituito da una condotta di tubi in PVC o polietilene.

B) Una Chiesa di grande valore storico – culturale, parte integrante dell’edificio conventuale, al cui interno sono conservati interessanti e antichi manufatti (statue, quadri, affreschi, ecc.) che si rifanno alle tradizioni religiose del territorio. Questa chiesa è stata già oggetto di pubblicazione da parte dell’autore (vedi: “Centola – Il Convento di San Francesco, tra Storia Cultura e Tradizioni”, edito dall’Ass. Progetto Centola, 2020).

C) Un elegante Obelisco di pietra, con croce, fogliata apicale, è posto nel piazzale antistante al convento. Dalla data incisa alla base, in numeri romani, si desume che esso risale al 1748 (figura 5). la posizione di quest’artistica colonna, rispetto al convento è cambiata nel tempo. Inizialmente era all’estremità nord del piazzale collocata a fianco di una vasca che fungeva anche da abbeveratoio. Poi fu spostata all’incirca al centro del piazzale e quindi nella sede attuale a destra dell’entrata della chiesa poco distante dal muro della facciata (confronta le figure 4-a, 5, 6, e 7.

Intorno agli anni ‘70 la facciata del convento fu deturpata dall’apertura di un vano, chiuso da uno sportello in alluminio anodizzato, piazzato a sinistra dell’antico obelisco (vedi freccia in figura 7).

D) In anni recenti, una parte dello spiazzo fu pavimentata e delimitata da una recinzione. Quindi al centro fu messo un mosaico vitreo che raffigurava San Francesco (figura 8). In seguito fu allestita una tensio – struttura per riparare, durante la Messa, i fedeli dal sole e dalla pioggia. Quest’ultima operazione fu fatta quando la Chiesa Madre di Centola era inagibile. Ultimamente recuperata al culto la Chiesa parrocchiale, la tenso – struttura è stata eliminata. Nel frattempo, il mosaico raffigurante San Francesco, gravemente danneggiato, è stato rimosso; è rimasta, desolatamente sola, la base in muratura che lo sosteneva (figure 8, 9, 10 e 11).


E) Un ampio “Stradone”, delimitato da Mura in Fabbrica, era stato realizzato già all’epoca della costruzione del monastero per favorire il comodo accesso al convento, anche con carrozze o veicoli (figure 12, 13 e 14). I muri delimitavano il perimetro delle terre che afferivano al convento e che i frati cappuccini coltivavano direttamente; alcuni appezzamenti erano concessi in affitto a cittadini del circondario di Centola.


Lungo il viale si snodavano le processioni che da e verso la chiesa madre, al centro del paese, trasferivano le statue dei Santi in occasione delle loro ricorrenze religiose (festa di San Antonio, San Lazzaro ecc.). Quest’ampia strada era percorsa anche da cortei nuziali quando la cerimonia era celebrata nella chiesa del convento (figure 14, 15 e 16).


Nel tempo si è assistito a un grande sviluppo urbanistico del Rione Giardina di Centola che ha coinvolto anche i terreni che erano delimitati dai muri seicenteschi dello “Stradone”.
Questo processo di antropizzazione ha determinato, purtroppo, l’abbattimento o il profondo degrado di gran parte di questa cintura muraria modificando l’assetto dell’intero Stradone che ha perduto le sue caratteristiche strutturali. Si è, di fatto, causata la distruzione di un manufatto di grande valore storico; costituiva con il convento, la sua chiesa, con i beni mobili in essa conservati, l’acquedotto e il piazzale antistante al monastero, un unicum, parte importante del Patrimonio Culturale del territorio, che andava preservato e protetto affinché nella sua interezza anche le future generazioni potessero goderne.
Purtroppo così non è stato: un’altra testimonianza del nostro passato è andata in sostanza cancellata.
Le trasformazioni urbanistiche che hanno coinvolto l’area della Giardina e la zona adiacente all’antico viale di accesso al convento, voluto dai Padri Cappuccini, sono documentate attraverso le fotografie riportate nelle figure 1, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20.


Scritto di Ezio Martuscelli
Presidente dell’Associazione
Storico culturale
“Progetto Centola”
22/12/2021

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